125 ANNI DI BABINGTONS
Beniamino Placido
Beniamino Placido
L’impresa comportava notevoli rischi soprattutto perché in Italia non era diffusa l’usanza di bere il tè, venduto all’epoca solo in farmacia.
Inizialmente Babingtons venne aperta in Via Due Macelli e dopo un anno dalla sua apertura fu spostata in Piazza di Spagna, nel cosiddetto “ghetto inglese”, all’interno del prestigioso palazzo settecentesco adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti e vicino a quello che oggi è il Keats and Shelley Memorial House.
Quelle che erano le stalle del palazzo, opera anche questa, come la Scalinata, di Francesco De Sanctis, vennero ristrutturate e decorate secondo i gusti del tempo e presto, come pubblicava The Roman Herald, Babingtons Tea Room divenne il punto di incontro dove “le signore e i signori, stanchi dopo la visita o occupati per motivi personali nel centro della città potevano, in un ambiente accogliente e gradevole, ristorarsi con una consolante tazza di tè…”
Si pensò anche di chiudere, ma la sorella di Isabel, Annie, prese in mano la situazione e, investendo tutti i suoi capitali, decise di fare dei radicali cambiamenti alla sala. Furono rinnovati così l’arredamento, le tende e i cuscini e, sotto la guida di Dorothy, la sala da tè si riempì nuovamente.
Nel gennaio del 1944 morì Isabel, figura fondamentale della sala da tè e la gestione di Babingtons passò a Dorothy, figlia di Isabel e di Giuseppe da Pozzo, pittore riconosciuto a livello europeo e autore dei tre ritratti appesi ancora oggi alle pareti delle sale in Piazza di Spagna.
E in questo salotto nel centro della città da allora si danno appuntamento famiglie reali e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, sicuri di essere accolti con discrezione, come se fossero a casa loro.
Il menù oggi offre una ricca scelta di piatti dolci e salati, nel rispetto della tradizione inglese, dal pasto leggero al tè vittoriano.
La nuova sfida è quella di mantenere la cultura vittoriana e ultracentenaria della sala, unita al gusto dei piatti a base di carne e pesce, alla delicatezza delle proposte con le uova e ai colori della pasticceria. Dagli scones amati dalla regina Vittoria, ai dolci decorati di oggi, alle torte “ricamate”. Continuando a tenere la teiera sul tavolo, con il riso al curry, con i club sandwiches, con le insalate o con una fetta di torta al cioccolato.
Perché il tè esalta armoniosamente il gusto di ogni proposta, sia salata che dolce, asseconda il mood, accompagna una conversazione e rafforza le amicizie. Al di là di ogni cultura, di ogni tempo e di ogni età.
Chissà cosa ne penserebbero Isabel e Anna Maria....